Galliani su Berlusconi, tra "comunisti" e aneddoti sul Milan: "Mi chiamava sempre a mezzanotte..."

Adriano Galliani è sicuramente una delle persone che ha conosciuto in maniera più approfondita Silvio Berlusconi e in occasione del secondo anniversario della sua morte, decide di svelare alcuni aneddoti legati al calcio. "Se devo indicare una cosa che mi manca di Silvio Berlusconi - dice Galliani a Il Corriere della Sera - sono le sue telefonate che arrivavano puntuali ogni sera a mezzanotte. Si parlava del Milan ma non solo. Tutte le decisioni venivano condivise. Non l’ho mai sentito dire "si fa così perché lo voglio io". Poi, certo, potevamo discutere per ore sul comprare Rijkaard o Borghi. Lui ascoltava tutti ma le grandi scelte spettavano a lui".
Leggi anche: Calciomercato, Juventus-Vlahovic? Scommessa d'addio. E Jonathan David erede bianconero di Dusan"Poi Galliani svela: "Quando mi chiese un parere sull’acquisto o meno del Milan io lo sconsigliai per il mare di quattrini che avrebbe speso. Ero tra i proprietari del Monza e lo sapevo bene. Il nostro primo incontro? Nel 1979. Mi domandò subito del mio orientamento politico. Gli risposi che mio papà da piccolo mi diceva che i comunisti mangiano i bambini e che da allora le mie idee non erano cambiate. Fu subito feeling".
"Ho parlato con Marina - conclude Galliani - e ha capito: invece di partecipare alla messa di suffragio che ci sarà oggi ad Arcore a cui farà seguito un pranzo fra le persone che a Silvio hanno voluto bene, ricorderò il presidente a Madrid. Sono convinto che anche lui sarebbe stato contento della mia scelta. Sono stato invitato dalla Scuola Universitaria del Real Madrid, da Florentino Perez, per fare da padrino a 1.500 studenti che concludono il loro percorso di studi. Il mio discorso motivazionale sarà incentrato su Berlusconi".
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